Thursday 21 October 2010

IL SOLITO DON TAM

il solito Tam Tam...

Alzarsi la mattina è faticoso... alzarsi e leggere certe notizie lo è ancora di più!

qui trovate l'articolo dello scandalo... e qui potete leggere quello che propone quest'uomo su Internet!

Prima o poi mi faranno partire un embolo.... ma com'è possibile che un sacerdote sfili con queli di Forza Nuova e si faccia fotografare con il braccio teso? Come si fa a recitare rosari per la Madonna del Fascio inneggiando alla crociata contro l'invasione islamica? come si fa a mettere sulla home del sito di riferimento questa preghiera:

Per noi le Crociate sono Sante,
Sante perché giuste,
giuste e doverose.

Alle Crociate noi crediamo,
perché crediamo in Dio Gesù:
per Lui vogliamo combattere.

A Lepanto i Cristiani
combatterono col Rosario in mano,
e vinsero.

La Santissima Vergine del Rosario
a Fatima ha ripetutamente insistito:
Recitate il S. Rosario... alla fine
il mio Cuore Immacolato trionferà!

Il sacerdote in questione è vicino ai Lefreviani (voi direte "Ma che novità è?"), si chiama Don Giulio Tam da benedizioni ai cortei fascisti e lo saluta con il braccio teso!
La cosa che più mi fa schifo e che quello stessa mano viene stesa sul pane per farlo diventare Corpo di Cristo... ma ce ne rendiamo conto dove stiamo andando? C'è ancora da scavare o abbiamo toccato il fondo?

qui sotto il video, tratto dal TG3, che narra le gesta di Don Tam al corteo bergamasco:




http://diogneto.splinder.com/post/20014501/il+solito+Tam+Tam...

CARDINAL CAFFARRA CENSURA DON GIULIO TAM

Caffarra durissimo sul sacerdote candidato di Forza Nuova

Una censura senza appello quella del cardinale Carlo Caffarra nei confronti di don Giulio Tam, il sacerdote lefevbriano candidato sindaco da Forza Nuova. «Per applicare una pena — attacca l’arcivescovo, a cui il Tpo due giorni fa aveva chiesto di dissociarsi dal prete — il reo deve essere capace di intendere e di volere. E quella persona non lo è, altrimenti non direbbe ciò che dice». Riferimento alla posizione negazionista di Tam che, secondo Caffarra, non appartiene però alla Chiesa, «noi non c’entriamo, non ha nulla a che fare con la Chiesa cattolica». L’attacco dell’arcivescovo arriva a margine del convegno sul lavoro della Cisl.

LA REPLICA - Pronta la replica dello stesso sacerdote valtellinese, che in serata partecipava a un convegno di Forza Nuova su Islam e immigrazione: «Mi meraviglio che il cardinale Caffarra usi questi termini — dice —, mi meraviglio che possa dire che una persona laureata all’università Cattolica di Milano in filosofia, studioso di teologia e ordinato sacerdote nell’80 possa essere una persona incapace di intendere e di volere». Un botta e risposta rovente. Su cui piomba la dichiarazione diplomatica del vicesegretario nazionale di Forza Nuova Gianni Correggiari, in corsa per la presidenza della Provincia. «Il cardinale, persona di grande valore e intelligenza, è stato fuorviato — dichiara —, sono stati quelli del Tpo, gente filoabortista e per la droga libera che deve essere appena uscita da una fumeria d’oppio per attribuire certe affermazioni a padre Tam. Correggiari spiega che «padre Tam non ha mai dichiarato di essere contro i Giudei, si è solo limitato ad elogiare il vescovo Richard Williamson (uno dei teorici del negazionismo, ndr), in quanto lo conosce personalmente ed è stato suo professore di teologia». E chiarisce che Tam non ha bisogno di nulla osta per partecipare alla corsa elettorale, «non è in comunione perfetta con la Chiesa, è un prete cattolico dissidente, quindi non è sottoposta ad alcuna giurisdizione vescovile». Il convegno anti-Islam di ieri sera si è svolto in modo tranquillo. Un centinaio i partecipanti, per la metà giovani sotto i 40 anni. Circa un mese fa Tam aveva annunciato la sua candidatura a sindaco di Bologna per Forza Nuova, per la quale devono essere raccolte 350 firme entro l’8 maggio.

Marina Amaduzzi
Alessandro Mantovani

fonte: corrieredellasera


IL FUTURO SECONDO DON GIULIO TAM



Servizio di RTI sul covegno organizzato da Forza Nuova Crotone contro l'Islam, sala Bastione Toledo 5 settembre 2008.
Relatori Padre Giulio Tam, Davide Pirillo, Andrea Lombardo.

Giulio Tam e' molto piu' di un prete: e' un visionario. Un uomo che viene dal futuro, e ci dice cose che fanno davvero riflettere, come "E´ il rosario quella mitragliatrice da 50 colpi per respingere questa civiltà [islam, ndr] " . In effetti, rispetto a lui, quelli che dicono che gli ebrei facevano le vacanze balneari sotto gli ombrelloni di Dacau sono bimbi che giocano a rimpiattino e ciucciano il ghiacciolo al limone.
Ci si domanda: qualcuno, dall'alto, avra' mai ripreso questo signore in nero che spara cazzate ventiquattr'ore al giorno e - soprattutto - fa manifestazioni politiche in qualita' di prete cattolico con quelli di Forza Nuova?


IL WILLIAMSON ITALIANO

Il Williamson italiano: Giulio Tam

A Pisa, la Giornata Europea della Cultura Ebraica ha coinciso con la tradizionale celebrazione, attraverso brevi cerimonie in vari punti della città, del ricordo delle vittime del nazifascismo.

In contemporanea con tali cerimonie, poco lontano dalla città della Torre, a Coltano, è stata celebrata una messa in ricordo dei caduti e degli internati nazifascisti del campo di prigionia istituito dagli americani in quell’amena località. Vi hanno partecipato una cinquantina di persone, controbilanciate da un numero quasi pari di “antifascisti pisani”. I due gruppi si sono affrontati soltanto verbalmente, sotto la vigilanza delle forze dell’ordine.

Le istituzioni cittadine non hanno mancato di reagire. Il sindaco Marco Filippeschi ha diramato una nota ufficiale che rammenta come la dittatura fascista “condivise con le leggi razziali la cultura aberrante che preparò l’Olocausto”; si è quindi unito, nel pomeriggio, ai numerosi visitatori che per tutta la giornata sono affluiti nel cimitero ebraico, dando così la migliore risposta possibile.

La messa di Coltano è stata celebrata da don Giulio Tam, il prete lefebvriano definito “il Williamson italiano”, già noto alle cronache per le sue posizioni violentemente contrarie all’immigrazione, soprattutto islamica, e per essere stato immortalato a più riprese nell’atto di rivolgere il saluto romano ai partecipanti a manifestazioni indette da Forza Nuova. In particolare, sono molto numerose – in diversi siti internet – le foto della sua partecipazione alla manifestazione di Bergamo del 28 febbraio.

Il vescovo Williamson è stato al centro di una contorta vicenda: prima gli è stata ritirata la scomunica comminatagli da papa Giovanni Paolo II e poi è stato nuovamente scomunicato per le sue posizioni negazioniste. Non mi risulta che il Vaticano si sia mai occupato – almeno ufficialmente – di don Giulio Tam.

Valerio Di Porto, Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane


IL PADRE "DUCE"


Don Giulio Tam: “padre duce” celebra Mussolini

Una croce di legno, la pioggia, tanta oggettistica. Il 2 maggio scorso ci siamo persi un corteo niente male: certo, non c’erano pullman, e i presenti quasi trecento. Poca roba. Ma vuoi mettere, celebrare il 65esimo anniversario della morte di Benito Mussolini? Orologi, magliette, bandiere, busti, tegole della Fornace Laterizi, rosari. Da stringere durante l’omelia di Don Tam.

Già: indovinate un po’ chi ha preso la testa del corteo verso le 10,30, per giungere in piazza a dir messa per il duce? Ma padre Giulio Maria Tam! Quello della chiamata alla guerra civile contro l’Islam, quella del rosario “mitragliatrice da 50 colpi per respingere questa civiltà” (quella musulmana, ovvio), quello che tiene lezioni ai giovani di Forza Nuova, quello della tonaca “come camicia nera“, quello negazionista, quello di tante cose.

Troppe. Talmente tante che nessuno ha mai preso in considerazione il fatto che quest’uomo è un criminale vestito da bestia, oppure la necessità di richiamarlo o – non sia mai – rimuoverlo. C’è da difendere la credibilità del segreto di tre pastorelle in diretta streaming, prima.


PADRE GIULIO TAM: L'APOLOGIA DEL FASCISMO

SE LO CONOSCI LO EVITI : PADRE TAM , UN FASCISTA VESTITO DA PRETE (CAMBIA POCO)

«An vada a ripetizione di storia» Parla Don Giulio Tam, nipote di Angela Tam, suora fucilata dai partigiani

LEO SIEGEL

Dalla tasca estrae un'immaginetta sacra. Su un lato, il volto dolce di una donna di mezza età, le date 16 novembre 1906 - 6 maggio 1945, ed il nome Angela Maria Tam. Sull'altro lato, queste parole: «Muoio perdonando a tutti e chiedendo perdono se ho offeso o disgustato qualcuno. Sono lieta di raggiungere in cielo i nostri eroi. Sarà così bello il cielo! Ho cantato tutto il viaggio le canzonidella Santa Vergine. Ho passato in prigione ore di raccoglimento e di vicinanza a Dio. Viva l'Italia! Gesù la benedica e la riconduca all'amore, all'unità, per il nostro sacrificio. Amen».

Un testamento spirituale prima di cadere in quel di Sondrio, a Buglio in Monte, sotto il piombo di un plotone d'esecuzione partigiano. La colpa di questa ausiliaria, Terziaria Domenicana? L'iscrizione al Pnf. Davanti a noi, vestita come i preti di una volta, la figura massiccia da valligiano valtellinese di Giulio Tam, nipote della vittima. Appartiene alla Chiesa lefebvriana, si definisce gesuita itinerante, è un cappellano dei gruppi di destra. Non fa mistero del suo tradizionalismo che lo porta a controbattere pesantemente le parole di Gianfranco Fini, ritenuta un'offesa alla memoria di quanti, come sua zia, immolarono la propria vita, ed un oltraggio alla verità storica.

«Fini sta cedendo al liberismo che ha smantellato la nostra civiltà cristiana», accusa. «Si è venduto rinnegando la tradizione, la terza via che superava liberalismo e comunismo. Con lui Alleanza nazionale esce dal solco della destra, tradisce la memoria, e per certi versi scavalca perfino le posizioni della sinistra. Cos'altro significa, infatti, invocare il diritto di voto per gli immigrati di altri continenti e caldeggiare l'ingresso della Turchia islamica in Europa?».
La sua è una voce minoritaria, nella Chiesa attuale.

«Io parlo con i fatti. Il fascismo fu portatore anche di modernità, Mussolini pur nel contesto di un regime diede messaggi di libertà e spiritualità che il Vaticano dovrebbe ricordare. Ne cito un paio. Il 10 marzo 1929 affermava: "La pace tra il Quirinale e il Vaticano è un evento di portata suprema, non solo in Italia, ma nel mondo. Abbiamo riconosciuto lealmente la sovranità della Santa Sede non solo perché esisteva nel fatto, non solo per la quasi irrilevante esiguità del terreno (esiguità che non toglie nulla alla sua grandezza d'altra natura) ma per la convinzione che il Sommo Capo di una religione universale non può essere suddito di alcun Stato, pena il declino della cattolicità che significa universalità". E poi, il 14 novembre 1934 sentenziava: "L'uomo economico non esiste: esiste l'uomo integrale che è politico, che è economico, che è religioso, che è santo, che è guerriero". Parole che pure i vostri lettori credo possano sostanzialmente condividere».

Fini, ormai più antifascista verbale di chi lo fu con le armi in pugno, insiste: per lui il Ventennio fu il male supremo.

«Vada a leggersi i regi decreti che riformarono lo stato sociale. Tutela del lavoro femminile e dei fanciulli; assistenza ospedaliera per i poveri; assicurazioni contro disoccupazione, invalidità e vecchiaia assistenza bambini illegittimi e abbandonati esenzioni tributarie per famiglie numerose; opera nazionale orfani di guerra; Inail Inps, libretto di lavoro; assicurazione obbligatoria contro malattie professionali; assegni famigliari; Inam; tessera sanitaria per addetti ai lavori domestici; casse rurali e artigiane. E così via. Vedi, io queste cose le ricordo nelle mie prediche, e molti disinformati cascano dalle nuvole».

La storia la scrivono i vincitori; ieri come oggi.

«Già , i vincitori fotografati a Yalta: Churchill, Roosevelt e Stalin insieme. Bella roba. Che società ci hanno portato? E quale civiltà? Quella del relativismo, per cui tanto è uguale, e quindi possibile, comprese idee e religioni?»

Stare nel coro, paga, la certificazione marxista è ambita pure da Fini.
«Io invece apprezzo tantissimo le battaglie della Lega contro l'immigrazione clandestina che voi chiamate giustamente invasione, e per il rispetto della tradizione. Custodisco tanti ritagli della Padania che stanno meritoriamente approfondendo questi temi. La Lega continui ad avvicinarsi ai pilastri della nostra civiltà cristiana, ci difenda anche in Europa dove la confusione è crescente, colpa del Concilio Vaticano II che i cattolici tradizionalisti non possono condividere. E grazie anche a Bossi, il quale dall'alto della sua carica ministeriale ha avuto il coraggio di denunciare certi guasti e dichiarare verità scomode ma solari. Ricordo le sue interviste alla Stampa e Repubbliche di novembre, sono state esemplari».


by TAKKINO Saturday, Feb. 05, 2005 at 10:12