Thursday 21 October 2010

IL WILLIAMSON ITALIANO

Il Williamson italiano: Giulio Tam

A Pisa, la Giornata Europea della Cultura Ebraica ha coinciso con la tradizionale celebrazione, attraverso brevi cerimonie in vari punti della città, del ricordo delle vittime del nazifascismo.

In contemporanea con tali cerimonie, poco lontano dalla città della Torre, a Coltano, è stata celebrata una messa in ricordo dei caduti e degli internati nazifascisti del campo di prigionia istituito dagli americani in quell’amena località. Vi hanno partecipato una cinquantina di persone, controbilanciate da un numero quasi pari di “antifascisti pisani”. I due gruppi si sono affrontati soltanto verbalmente, sotto la vigilanza delle forze dell’ordine.

Le istituzioni cittadine non hanno mancato di reagire. Il sindaco Marco Filippeschi ha diramato una nota ufficiale che rammenta come la dittatura fascista “condivise con le leggi razziali la cultura aberrante che preparò l’Olocausto”; si è quindi unito, nel pomeriggio, ai numerosi visitatori che per tutta la giornata sono affluiti nel cimitero ebraico, dando così la migliore risposta possibile.

La messa di Coltano è stata celebrata da don Giulio Tam, il prete lefebvriano definito “il Williamson italiano”, già noto alle cronache per le sue posizioni violentemente contrarie all’immigrazione, soprattutto islamica, e per essere stato immortalato a più riprese nell’atto di rivolgere il saluto romano ai partecipanti a manifestazioni indette da Forza Nuova. In particolare, sono molto numerose – in diversi siti internet – le foto della sua partecipazione alla manifestazione di Bergamo del 28 febbraio.

Il vescovo Williamson è stato al centro di una contorta vicenda: prima gli è stata ritirata la scomunica comminatagli da papa Giovanni Paolo II e poi è stato nuovamente scomunicato per le sue posizioni negazioniste. Non mi risulta che il Vaticano si sia mai occupato – almeno ufficialmente – di don Giulio Tam.

Valerio Di Porto, Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane


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