Friday 26 August 2011

DON ABRAHAMOVICZ CELEBRA MESSA IL 25 APRILE

IL 25 APRILE IN PIAZZA ERBE - LA COMMEMORAZIONE ORGANIZZATA DAL CIRCOLO CHRISTUS REX

Il San Marco dei tradizionalisti Don Abrahamowicz celebra messa

Conferenza sulla Liberazione, la «mitologia resistenziale»

VERONA — La Liberazio­ne? «Ci sono diverse persone che non si sono mai sentite 'liberate'». La Resistenza? «Ha dato un apporto, pur mi­nimo, a quella che si defini­sce 'vittoria'». Il 25 aprile funziona così. «Strappato» a seconda della memoria.
Don Abrahamowicz durante un rosario a Verona (Sartori)

Il 25 aprile storico. Poi c’è quello cattolico. Che per i veneti è data seconda forse solo al Natale e alla Pa­squa. Il giorno di San Marco, patrono di Venezia e della re­gione. Se poi i cattolici in questione sono tradizionali­sti, il 25 aprile ha quasi il ri­gore della Natività.

Sarà una giornata alquan­to movimentata, quella di og­gi, a Verona. Perchè San Mar­co verrà celebrato da quel­­l’ala integralista che si rifà al­la fraternità lefebrviana San Pio X. O meglio si rifaceva. Nel senso che, ad oggi, chi sa­rà a Verona per «l’allocuzio­ne sulla gloria di San Marco» è quel sacerdote che dalla fra­ternità è stato espulso anche se lui e i suoi fedeli di quel provvedimento non tengono conto. Don Floriano Abraha­mowicz, il sacerdote che con­testa l’uso delle camere a gas per lo sterminio degli ebrei e nei campi di concentramen­to, ha già detto che oggi non parlerà di politica. «Solo di San Marco evangelista», assi­cura. E sarà lui che alle 16 be­nedirà la corona di fiori che verrà posta in piazza Erbe, ai piedi del Leone. Il tutto fa parte della commemorazio­ne organizzata dal «circolo culturale cattolico Christus Rex» che inizierà alle 12, con la messa tradizione nella sala San Marco della Casa Maz­zanti. Ma chi pensa che la co­sa si risolva nella commemo­razione dell’Evangelista si sbaglia. Eccome. Perchè an­che se i responsabili del cir­colo hanno restituito la tesse­ra della Lega Nord, si parlerà anche di politica. Dopo l’«al­locuzione» di don Abraha­mowicz, ci sarà anche una conferenza sul 25 aprile, te­nuta da Franco Damiani e An­tonio Diano. Il primo è un professore padovano, già espulso - ed ora reintegrato - da alcune scuole in cui inse­gnava per aver proposto in classe delle letture «revisioni­ste». Il secondo è il responsa­bile della biblioteca del cen­tro interuniversitario di stu­di veneti all’ateneo di Vene­zia. Il tema è racchiuso nel ti­tolo della conferenza: «La mi­tologia resistenziale del 25 aprile».

«Si parlerà del mito di una data - spiega Matteo Casta­gna, portavoce del circolo ­che la Resistenza ha fatto pro­pria pur avendo dato un ap­porto minimo, testimoniato anche da giornalisti non cer­to di destra come Pansa. Si è trattato di un’appropiazione indebita da parte di una cer­ta sinistra che di meriti non ne ha. Se si vuole parlare di 'vittoria' allora che si parli di quella degli alleati, ma non di quella della Resisten­za. Ci sono uomini e donne che non si sono sentiti libera­ti il 25 aprile. Anzi, che lo vi­vono come il giorno della sconfitta in una guerra. E’ da allora che si è creata una so­cietà liberale che noi come cattolici tradizionalisti non ci sentiamo di condividere».

Eppure lo stesso Castagna assicura che non si parlerà di politica. «Sono uscito dalla Lega, quindi punto a capo. Ri­mane il rapporto di amicizia con Borghezio. Padania Cri­stiana? Ne faccio ancora par­te. Borghezio non vuole ac­cettare le mie dimissioni». Nel frattempo don Abraha­mowicz si gode la «riabilita­zione» arrivata in diretta ti­vù da parte del presidente del consiglio comunale di Ve­nezia, Renato Boraso. L’espo­nente del Pdl ha dichiarato che don Floriano è stato mes­so in croce dai giornali, che hanno riportato il contrario di quanto detto. Eppure il professor Franco Damiani che oggi parlerà della «mito­logia resistenziale» ha scrit­to: «Sul piano storiografico, le dichiarazioni del vescovo Richard Williamson e del sa­cerdote Floriano Abraha­mowicz, bollate dalla 'viruto­sa indignazione' dei nuovi fa­risei come 'deliranti e 'anti­semite', sono in realtà inec­cepibili. Non esiste infatti al­cuna pova documentaria del­l’esistenza di camere a gas omicide nel campi di concen­tramento nazionalsocialisti, mentre è documentariamen­te provato che tutte le vere camere a gas ad acido ciani­trico che vi si trovavano ser­vivano esclusivamente a sco­po di disinfezione. Chi affer­ma il contrario o non cono­sce la storia o è un mentito­re». Evidentemente per il professor Damiani il mondo non è più quello di una vol­ta. Siamo un po’ tutti igno­ranti e bugiardi.

Angiola Petronio

25 aprile 2009

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