Friday 26 August 2011

DON ABRAHAMOVICZ: LE CAMERE A GAS? PER DISINFETTARE!

"Le camere a gas? Per disinfettare"

di Laura Canzian

Le camere a gas? «L’unica cosa certa è che sono state usate per disinfettare». Una dichiarazione choc, quella del capo della comunità lefebvriana del Nordest, il trevigiano don Floriano Abrahamowicz. Dopo la clamorosa intervista del vescovo Richard Williamson, che nega l’Olocausto, altre affermazioni destinate a rinfocolare la polemica fra la Santa Sede e gli ebrei. Don Abrahamowicz (che il 15 settembre 2007 celebrò messa in latino a Lanzago di Silea per il leader della Lega Nord Umberto Bossi) rilancia la teoria per cui i numeri della Shoah sono un «problema secondario», accreditati dagli stessi capi delle comunità israeliane subito dopo la liberazione «sull’onda dell’emotività». È la vecchia tesi del «popolo deicida».

Don Floriano, la comunità lefebvriana è antisemita?

È veramente impossibile per un cristiano cattolico essere antisemita. Io stesso ho, da parte paterna, origini ebraiche. Anche il mio cognome lo suggerisce. Tutta questa polemica sulle esternazioni di monsignor Williamson riguardo l’esistenza delle camere a gas è una potentissima strumentalizzazione in funzione anti-Vaticano. Williamson ha semplicemente espresso il suo dubbio e la sua negazione non tanto dell’Olocausto, come falsamente dicono i giornali, ma dell’aspetto tecnico delle camere a gas.

Secondo lei, quello delle camere a gas è solo «un aspetto tecnico»?

Sicuramente è stata un’imprudenza di Williamson addentrarsi nelle questioni tecniche. Nella famosa intervista si vede che il giornalista è andato a parare su quell’aspetto specifico. Ma bisogna capire che tutto il tema dell’Olocausto si colloca a un livello di molto superiore rispetto alla questione di sapere se le vittime sono morte a causa del gas o per altri motivi.

E lei cosa ne pensa? Delle camere a gas, intendo.

Non lo so davvero. Io so che le camere a gas sono esistite almeno per disinfettare, ma non so dirle se abbiano fatto morti oppure no, perché non ho approfondito la questione. So che, accanto a una versione ufficiale, esiste un’altra versione basata sulle osservazioni dei primi tecnici alleati che sono entrati nei campi.

Lei mette in dubbio il numero delle vittime dell’O locausto?

No, non metto in dubbio i numeri. Le vittime potevano essere anche più di 6 milioni. Anche nel mondo ebraico le cifre hanno un valore simbolico. Papa Ratzinger dice che anche una sola persona uccisa ingiustamente è troppo, è come dire che uno è uguale a 6 milioni. Andare a parlare di cifre non cambia niente rispetto all’essenza del genocidio, che è sempre un’esagerazione.

Un’esagerazione? In che senso?

I numeri derivano da quello che il capo della comunità ebraica tedesca disse agli angloamericani subito dopo la liberazione. Nella foga ha sparato un cifra. Ma come poteva sapere? Per lui la questione importante era che queste vittime sono state uccise ingiustamente per motivi religiosi. La critica che si può fare al modo in cui in cui viene gestita la tragedia dell’Olocausto sta nel dare ad essa una supremazia in confronto ad altri genocidi.

A quali altri stermini si riferisce?

Se monsignor Williamson avesse negato alla televisione il genocidio di un milione e 200 mila armeni da parte dei turchi, non penso che tutti i giornali avrebbero parlato delle sue dichiarazioni nei termini in cui lo stanno facendo ora. Chi ha mai parlato del genocidio anglo-americano nel bombardamento delle città tedesche? Chi ha mai parlato di Churchill che ha ordinato il bombardamento al fosforo di Dresda, dove non c’erano solo moltissimi civili, ma anche molti soldati alleati? Chi ha parlato dell’aviazione inglese, che ha ucciso nei bombardamenti delle città centinaia di migliaia di civili? E gli israeliani non possono mica dirmi che il genocidio che loro hanno subito dai nazisti è meno grave di quello di Gaza, perché loro hanno fatto fuori qualche migliaio di persone, mentre i nazisti ne hanno fatti fuori 6 milioni. È qui che do la colpa all’ebraismo che esaspera invece di onorare decentemente le vittime del genocidio. È come se nella storia vi sia stato un solo genocidio: quello ebraico durante la seconda guerra mondiale. Sembra che si possa dire tutto quello che si vuole su tutti gli altri popoli sterminati, ma nessuno oggi a livello mondiale ha parlato nei termini in cui si sta parlando ora dopo le dichiarazioni di Williamson.

Perché ancora tante persone mettono in dubbio la Shoah? Perché è un tema che divide ancora in modo così viscerale?

Perché tutta la storia dell’umanità è segnata dal popolo di Israele, che in un primo momento era il popolo di Dio, poi è diventato il popolo deicida e alla fine dei tempi si riconvertirà a Gesù Cristo. Dietro tutto ciò c’è un aspetto teologico misterioso, quello del popolo di Dio, che ha rigettato il suo Messia e che lo combatte ancora. È un mistero della dottrina. L’antisemitismo nasce nel mondo illuminato liberale e gnostico. La Chiesa nella storia ha sempre protetto gli ebrei dai pogrom. Come si legge anche nel libro di Domenico Savino sull’omicidio rituale.

Cosa pensa del negazionismo?

Il negazionismo è un falso problema, perché si sofferma su metodi e cifre e non risponde alla sostanza del problema. Non sono antisemiti quelli che hanno studiato i dati tecnici e hanno posto alcuni dubbi sulla versione che troviamo nei libri di storia. Basti pensare che coloro che per primi hanno rilevato i dati sono anche coloro che hanno salvato gli ebrei, vale a dire gli alleati.

Vuole lanciare un messaggio alla comunità ebraica?

Il messaggio è uno: da cristiano cattolico, aggiungendo quel poco di sangue ebraico che corre nelle mie vene, io auguro agli ebrei di abbracciare nostro Signore Gesù Cristo. Amen.

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