IL 25 APRILE IN PIAZZA ERBE - LA COMMEMORAZIONE ORGANIZZATA DAL CIRCOLO CHRISTUS REX
Il San Marco dei tradizionalisti Don Abrahamowicz celebra messa
Conferenza sulla Liberazione, la «mitologia resistenziale»
VERONA — La Liberazione? «Ci sono diverse persone che non si sono mai sentite 'liberate'». La Resistenza? «Ha dato un apporto, pur minimo, a quella che si definisce 'vittoria'». Il 25 aprile funziona così. «Strappato» a seconda della memoria.
Don Abrahamowicz durante un rosario a Verona (Sartori)
Sarà una giornata alquanto movimentata, quella di oggi, a Verona. Perchè San Marco verrà celebrato da quell’ala integralista che si rifà alla fraternità lefebrviana San Pio X. O meglio si rifaceva. Nel senso che, ad oggi, chi sarà a Verona per «l’allocuzione sulla gloria di San Marco» è quel sacerdote che dalla fraternità è stato espulso anche se lui e i suoi fedeli di quel provvedimento non tengono conto. Don Floriano Abrahamowicz, il sacerdote che contesta l’uso delle camere a gas per lo sterminio degli ebrei e nei campi di concentramento, ha già detto che oggi non parlerà di politica. «Solo di San Marco evangelista», assicura. E sarà lui che alle 16 benedirà la corona di fiori che verrà posta in piazza Erbe, ai piedi del Leone. Il tutto fa parte della commemorazione organizzata dal «circolo culturale cattolico Christus Rex» che inizierà alle 12, con la messa tradizione nella sala San Marco della Casa Mazzanti. Ma chi pensa che la cosa si risolva nella commemorazione dell’Evangelista si sbaglia. Eccome. Perchè anche se i responsabili del circolo hanno restituito la tessera della Lega Nord, si parlerà anche di politica. Dopo l’«allocuzione» di don Abrahamowicz, ci sarà anche una conferenza sul 25 aprile, tenuta da Franco Damiani e Antonio Diano. Il primo è un professore padovano, già espulso - ed ora reintegrato - da alcune scuole in cui insegnava per aver proposto in classe delle letture «revisioniste». Il secondo è il responsabile della biblioteca del centro interuniversitario di studi veneti all’ateneo di Venezia. Il tema è racchiuso nel titolo della conferenza: «La mitologia resistenziale del 25 aprile».
«Si parlerà del mito di una data - spiega Matteo Castagna, portavoce del circolo che la Resistenza ha fatto propria pur avendo dato un apporto minimo, testimoniato anche da giornalisti non certo di destra come Pansa. Si è trattato di un’appropiazione indebita da parte di una certa sinistra che di meriti non ne ha. Se si vuole parlare di 'vittoria' allora che si parli di quella degli alleati, ma non di quella della Resistenza. Ci sono uomini e donne che non si sono sentiti liberati il 25 aprile. Anzi, che lo vivono come il giorno della sconfitta in una guerra. E’ da allora che si è creata una società liberale che noi come cattolici tradizionalisti non ci sentiamo di condividere».
Eppure lo stesso Castagna assicura che non si parlerà di politica. «Sono uscito dalla Lega, quindi punto a capo. Rimane il rapporto di amicizia con Borghezio. Padania Cristiana? Ne faccio ancora parte. Borghezio non vuole accettare le mie dimissioni». Nel frattempo don Abrahamowicz si gode la «riabilitazione» arrivata in diretta tivù da parte del presidente del consiglio comunale di Venezia, Renato Boraso. L’esponente del Pdl ha dichiarato che don Floriano è stato messo in croce dai giornali, che hanno riportato il contrario di quanto detto. Eppure il professor Franco Damiani che oggi parlerà della «mitologia resistenziale» ha scritto: «Sul piano storiografico, le dichiarazioni del vescovo Richard Williamson e del sacerdote Floriano Abrahamowicz, bollate dalla 'virutosa indignazione' dei nuovi farisei come 'deliranti e 'antisemite', sono in realtà ineccepibili. Non esiste infatti alcuna pova documentaria dell’esistenza di camere a gas omicide nel campi di concentramento nazionalsocialisti, mentre è documentariamente provato che tutte le vere camere a gas ad acido cianitrico che vi si trovavano servivano esclusivamente a scopo di disinfezione. Chi afferma il contrario o non conosce la storia o è un mentitore». Evidentemente per il professor Damiani il mondo non è più quello di una volta. Siamo un po’ tutti ignoranti e bugiardi.
Angiola Petronio
25 aprile 2009
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